Il taglio del Castagno

il taglio del castagno

RITORNO ALLA MACCHIA

Siamo ad ottobre e come ogni anno riapre la stagione del taglio del Castagno.

Accendiamo i nostri mezzi per raggiungere la “macchia” (che in gergo sta ad indicare gli ettari di castagneti coltivati per la lavorazione del legno) dopo aver atteso il periodo di fermo che ricorre durante i mesi più caldi.

La natura ha ormai fatto il suo dovere. Le temperature miti, la buona terra e lo stesso sistema simbiotico hanno nutrito, cresciuto e coccolato la Castanea sativa (o Castagno Europeo)che si è arricchita di tutti i nutrienti necessari per sviluppare germogli forti e di conseguenza un legno molto più stabile e resistente.

Il bosco ceduo è appena entrato nel suo riposo vegetativo, che terminerà solo allo spuntare delle prime gemme primaverili, ed è pronto a regalarci la sua preziosa essenza. Quella ricchezza che verrà trasformata in struttura. Monumentale in natura come nella costruzione, ma per essere tale il Castagno deve essere rispettato sia nella sua forma originale che nella sua applicazione più importante.

bosco ceduo e riposo vegetativo - il taglio del castagno

Tempi e tagli vanno gestiti a regola d’arte. Sfruttare correttamente il bosco ceduo di Castagno significa osservare determinati turni ciclici, effettuare delle operazioni di disboscamento prima del taglio definitivo (generalmente due riduzioni) per una migliore rigenerazione delle piante ed eseguire tagli accurati per evitare il ristagno d’acqua nelle ceppaie.

Agire diversamente senza considerare il naturale ciclo riproduttivo degli alberi è estremamente dannoso per l’equilibrio dell’habitat locale come anche per la qualità stessa del legno, aumentando il rischio di malattie da fungo come il cancro corticale o il mal d’inchiostro e compromettendo così le sue capacità tecniche come la flessione, l’elasticità e la durabilità.

Rispettiamo quello che la natura ci chiede e la natura ci ricompenserà con i suoi migliori frutti.

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